Un problema comune nei primi mesi
Le colichette del lattante sono una delle principali fonti di preoccupazione per i genitori. Il termine descrive episodi di pianto intenso e inconsolabile, che durano almeno tre ore al giorno per almeno tre giorni a settimana, in un neonato altrimenti sano e ben nutrito.
Nonostante siano un fenomeno transitorio – di solito scompaiono spontaneamente entro il quarto o quinto mese – possono avere un impatto rilevante sul benessere della famiglia: i genitori si sentono impotenti, il sonno viene disturbato e aumenta lo stress all’interno della casa.
Quali sono le cause?
Le cause delle colichette non sono ancora del tutto chiarite. Le ipotesi più diffuse riguardano:
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una immaturità dell’apparato digerente,
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la presenza di gas intestinali,
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una maggiore sensibilità del sistema nervoso del neonato,
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fattori ambientali e comportamentali, come l’ansia dei genitori o difficoltà nell’allattamento.
Questa complessità spiega perché non esista una soluzione unica e definitiva.
I trattamenti di base
Le raccomandazioni più comuni puntano su strategie semplici e sicure:
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Supportare l’allattamento, per ridurre la deglutizione di aria e migliorare la digestione;
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Offrire posizioni di conforto (ad esempio a pancia in giù sul braccio del genitore) e delicati massaggi addominali;
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Favorire il contatto pelle a pelle e la vicinanza, che rassicurano il bambino;
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Ricorrere a tecniche comportamentali (passeggiare, cullare, usare suoni ritmici).
In alcuni casi, si valutano anche probiotici o aggiustamenti della dieta materna, ma le prove scientifiche non sono sempre concordi.
E l’osteopatia può aiutare?
Negli ultimi anni, l’osteopatia pediatrica ha attirato l’attenzione come possibile risorsa complementare per le colichette. Le tecniche manipolative utilizzate sono delicate e mirano a favorire un migliore equilibrio tra apparato digerente, diaframma e sistema nervoso autonomo.
Cosa dicono gli studi
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Trial clinici: alcuni studi randomizzati hanno osservato che i neonati trattati con osteopatia piangevano meno, anche fino a 2–3 ore al giorno in meno, e presentavano meno episodi di rigurgito.
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Revisione Cochrane: già nel 2012 aveva segnalato possibili benefici, pur evidenziando la necessità di ricerche più solide.
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Studi pilota e osservazionali: confermano tendenze positive, ma hanno limiti metodologici (campioni piccoli, mancanza di gruppi di controllo).
Nel complesso, le evidenze suggeriscono che l’osteopatia può ridurre l’intensità e la durata del pianto, anche se occorrono ancora maggiori studi a sostegno di tale osservazione.
Sicurezza
Un aspetto importante è la sicurezza: i trial pubblicati non hanno riportato eventi avversi seri. Le tecniche sono considerate ben tollerate, purché eseguite da osteopati formati in ambito pediatrico.
Cosa raccomandano le linee guida
Le società scientifiche non includono ancora l’osteopatia tra i trattamenti standard per le colichette, a causa della qualità limitata delle prove disponibili. Le raccomandazioni restano concentrate sulle strategie conservative e sul sostegno ai genitori. Tuttavia, in un’ottica integrativa, l’osteopatia può essere valutata come opzione aggiuntiva, sempre condivisa con il pediatra.
In sintesi
Le colichette fanno parte della fisiologia dei primi mesi e nella maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente. Tuttavia, il disagio per le famiglie è reale e legittimo. L’osteopatia non rappresenta una “cura miracolosa”, ma secondo alcuni studi può aiutare a ridurre il pianto e migliorare il benessere di bambino e genitori. In attesa di conferme da studi più ampi, resta una possibile risorsa complementare, da integrare a un percorso multidisciplinare basato su educazione, sostegno e rassicurazione.
Dott. Andrea Pagani