Perché si decide di partecipare ad un corso pre-parto?
È una domanda forse ovvia, scontata, che potrebbe persino sembrare banale.
Ci si prepara a vivere al meglio la nuova nascita, l'arrivo di colui o colei che tanto si desidera e che non si vede l'ora di conoscere.
L'attesa tuttavia non è breve, ed è carica di emozioni, di ogni genere; si passa dall’euforia massima all’apprensione estrema in un battere di ciglia, proprio come essere sulle montagne russe, tra le più impervie e rocambolesche che esistano.
Parliamoci chiaramente, solo una donna può descrivere, o quantomeno provarci, quali sensazioni porti con sé la gravidanza, che sentimenti ne scaturiscano e quali pensieri o congetture possano nascere di conseguenza.
Noi uomini, d'altra parte, siamo accompagnatori, premurosi e attenti, certo, ma pur sempre accompagnatori; camminiamo affianco alle nostre compagne, provando ugualmente forti emozioni e stati d'animo, ma è innegabile che biologicamente, per opera dei copiosi ormoni in continuo subbuglio, ciò che una donna percepisce sia totalmente soggettivo ed estremamente intimo, così personale che servirebbe una macchina leggi-pensieri, se mai esistesse, per trascrivere il tutto.
A riprova di ciò, in un articolo pubblicato sul sito del Policlinico viene infatti spiegato chiaramente come “durante la gestazione [...] I principali ormoni coinvolti sono gli estrogeni, che contribuiscono alla crescita del tessuto mammario, alla crescita dell’utero e alla formazione di una circolazione sanguigna adeguata per il feto; il progesterone, che favorisce il rilassamento dei muscoli dell’utero, prevenendo contrazioni premature e svolgendo un ruolo fondamentale nel mantenimento della gravidanza [...] la prolattina, che favorisce la preparazione delle ghiandole mammarie per la produzione di latte materno, e la gonadotropina corionica (hCG), responsabile della produzione di estrogeni e progesterone nelle prime fasi della gravidanza.” (https://tinyurl.com/54hwbwbk)
Fin qui ci siamo, vero? Tutto abbastanza semplice e lineare. Certo, ma solo se venisse di consueto esplicitato e spiegato correttamente.
Pensate che, molto di frequente, tali argomenti non vengono trattati durante i corsi pre-parto. Strano a dirsi, ma è così. Ho deciso, a verifica di ciò per l'appunto, di constatare personalmente quanto fossero soddisfatte le mamme del corso pre-parto frequentato, in modo tale da comprendere punti di forza e possibili lacune, tra le quali, in particolare, inerenti ai temi trattati durante gli incontri. Nella ricerca effettuata sono state intervistate, attraverso il seguente questionario (https://forms.gle/rjFNkxbUVZk2eHq8A), ben 42 donne residenti principalmente in Milano Città, provincia di Milano e provincia di Monza, alle quali sono state poste alcune domande riguardanti: argomenti affrontati, tematiche non trattate, emozioni provate, possibili migliorie da apportare e così via (potete consultare le domande al link indicato).
Vi ricordate poco fa quando accennavamo al ruolo degli ormoni? Ecco, è stato chiesto loro se la regolazione ormonale fosse un argomento trattato o meno durante gli incontri, e la risposta è stata emblematica:
Solo 6 donne su 42, ovvero il 14,3%, ha ricevuto informazioni approfondite in merito alla regolazione ormonale in gravidanza, il che non solo risulta essere insufficiente in funzione della fase pre-parto, ma soprattutto in relazione a tutto ciò che avviene in fase post-partum, periodo sicuramente delicato da questo punto di vista.
Da questo grafico, possiamo notare che le tematiche maggiormente affrontate siano state travaglio e parto (92%), allattamento (83,3%) e pavimento pelvico (aspetto sicuramente molto positivo - 78,6%); elementi cardine e imprescindibili di un corso pre-parto, siamo d'accordo.
Tuttavia, altri ambiti a mio avviso molto importanti sono stati toccati troppo poco, o addirittura per nulla: cambiamenti posturali (14,3%), regolazione ormonale (come detto, 14,3%), alimentazione corretta (14,3%), importanza attività fisica (11,9%) e conseguenze post-partum (33,3%).
Perché una differenza così netta? Per quale motivo si parla così poco ad esempio dell'importanza dell'attività fisica in gravidanza? Perché viene lasciato tendenzialmente poco spazio alla dimostrazione di come cambia posturalmente e ormonalmente il corpo della donna in gravidanza? Perché si accenna appena alle possibili conseguenze psico-fisiche tipiche del post-partum?
Le ragioni possono essere molteplici, e occorrerebbe uno studio apposito per dati concreti, ma credo che i seguenti grafici possano fornirci alcune spiegazioni plausibili.
Come primo dato importante abbiamo il periodo di inizio corso. Solo il 7,1% delle mamme intervistate ha preso parte al primo incontro prima della 24esima settimana di gestazione, dimostrando di conseguenza come il primo trimestre, in termini di informazione, venga completamente saltato, nonostante sia forse il periodo più critico, soprattutto in relazione alla regolazione ormonale, allo stress emotivo e alla preoccupazione di mantenere una corretta alimentazione.
Il 59,5% ha iniziato il proprio corso tra la 25 e la 30esima settimana, mentre addirittura il 33,3% solamente nel periodo dalla 31 alla 35esima settimana.
Nel leggere i dati ottenuti mi sono posto alcune domande, che vorrei condividere con voi.
Come può una donna, di suo già ad esempio non particolarmente avvezza a praticare sport, comprendere il reale motivo dell’importanza di una corretta attività fisica in gravidanza? Come può avere fisicamente il tempo materiale per prendersi cura del proprio benessere corporeo, prima del parto, ricevendo tali consigli così tardi? Come potrebbe seguire una corretta e variegata alimentazione, senza doversi giustamente preoccupare se un alimento sia dannoso o meno per la salute del feto?
Lo so cosa potreste pensare ora, che tanti anni fa si partoriva senza mai aver fatto sport, che quando si diceva di dover “mangiare per due” andava comunque tutto bene, che se una donna in gravidanza aveva mal di schiena era tutto normale; quindi perché darsi pena?
Ma la verità è che al giorno d’oggi, nel 2025, siamo così talmente connessi l'un l'altro che io, ipotetica donna italiana milanese di 32 anni, alla 28esima settimana di gravidanza, posso imbattermi, con un semplice clic su Google o attraverso un reel su Instagram, su quale dieta stia seguendo una mia coetanea statunitense residente in Alabama, nella stessa situazione; e state sicuri che la prima cosa che farò sarà chiedermi se anche io debba seguire la stessa dieta, a prescindere che sia corretta o meno per me. Perché al giorno d'oggi, in misura maggiore forse rispetto al passato, abbiamo bisogno di certezze e di sicurezza, e in un modo o nell'altro le andremo a reperire da qualche parte, col rischio di apprendere nozioni errate.
Perché quindi non rendere un corso pre-parto ancora più completo, sia come informazioni che come informatori?
Delle 42 mamme intervistate, l'88,1% ha indicato l’ostetrica come unica figura professionale relatrice del corso pre-parto seguito, con alcune sporadiche eccezioni nelle quali sono stati coinvolti lo psicologo, la ginecologa e altri professionisti.
Se si parla di parto, allattamento e pavimento pelvico, chi meglio dell’ostetrica può essere di grande aiuto alla futura mamma nell’apprendere di più sul proprio corpo? Nessuno, ve lo assicuro. Ma se siamo tutti concordi sull’importanza di aggiungere altri preziosi argomenti al nostro calderone, allora si dovrebbero addizionare all'equazione anche altri professionisti (psicologa, nutrizionista, osteopata, personal trainer ecc.) al team di persone in grado di essere di supporto alla donna, in modo da unire più competenze per un unico scopo, ovvero la salute della futura mamma. Questo è proprio uno di quei casi dove l'unione può realmente fare la forza, e togliere molte ansie e paure.
Ecco, a proposito di ansie e paure…dalla ricerca effettuata è emerso un altro dato significativo, forse il più importante come indicazione utile ricevuta. Sto parlando dell'efficacia del corso pre-parto nel ridurre sensibilmente stress e ansia, aumentando la serenità della donna nel prosieguo della gravidanza.
Come potrete notare dal grafico, non è andata proprio così per tante di loro. In questa specifica domanda, è stato chiesto alle mamme di dichiarare se la partecipazione al corso pre-parto avesse inciso positivamente sulla propria serenità. Per farlo dovevano attribuire un punteggio nella scala indicata, che andava da 1 (“per niente”) a 5 (“assolutamente si”). Possiamo considerare voti negativi o parzialmente negativi dal 1 al 3, mentre accettabili e ampiamente positivi dal 4 al 5.
Facendo una rapida somma dei punteggi 1, 2 e 3 emerge che il 54,7% delle mamme ha percepito quasi per nulla, o solo in parte, un miglioramento della propria serenità, mentre il restante 45,3% (somma dei punteggi 4 e 5) si è definita rasserenata dalla frequentazione del corso pre-parto.
È vero, 42 donne intervistate non rappresentano forse un campione statisticamente significativo, ma ci danno un'idea molto importante su come le informazioni ricevute non siano state forse sufficientemente chiarificatrici o totalmente esaustive, tali da aumentare sensibilmente la serenità delle mamme il quale, a mio modesto parere, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari del corso.
Oltre a tale aspetto, non bisogna trascurare come le informazioni, se comunicate in maniera troppo tecnica o eccessivamente in modalità “lezione frontale”, possano addirittura produrre l'effetto contrario.
In questo altro grafico è illustrato l'andamento di un'altra domanda importante, attraverso la quale è stato chiesto ad ogni mamma di esprimere un eventuale incremento di ansia o senso di inadeguatezza durante il corso pre-parto svolto. I criteri erano i medesimi della domanda precedente, ovvero attribuire sempre un punteggio da 1 (“per niente”) a 5 (“assolutamente si”); in questo caso possiamo considerare come dati positivi e accettabili da 1 a 2, mentre come discreti o negativi da 3 a 5. Sommando sempre i dati ottenuti nei punteggi 1 e 2, è emerso che il 73,8% delle partecipanti ha percepito per nulla o in minima parte un incremento di ansia, mentre il 26,2% (punteggi 3, 4 e 5) ha constatato un aumento discreto o importante di stress emotivo.
Quest'ultima è una percentuale che occorrerebbe necessariamente tentare di abbassare; così facendo significherebbe che una donna su 4, la quale decide di prendere parte ad un corso pre-parto spontaneamente, rileva un discreto o netto aumento di preoccupazione, stress o senso di inadeguatezza, peggiorando quindi la situazione di partenza.
Per quale motivo dovrebbe decidere di seguirlo dunque? Non avrebbe molto senso, non vi sembra? Anzi, rischierebbe di dimostrarsi perfino controproducente.
Attenzione, non voglio che si pensi che sia tutto errato o da buttare, anzi! C'è molto di positivo nei corsi pre-parto raccontati, ad esempio l'empatia della professionista o dei professionisti interessati, i quali si sono dimostrati quasi sempre in grado di favorire un piacevole ascolto, aspetto sicuramente da non sottovalutare.
Questo dato ci aiuta forse a capire come l'intento di ogni professionista non sia mai quello di ingarbugliare ancora di più le emozioni delle future mamme, non è di certo questo l'obiettivo. Ma talvolta, abbiamo constatato insieme, potrebbe accadere.
Per quale motivo secondo voi?
Raccogliendo i dati, mi sono posto questa domanda in continuazione, tentando di costruire una plausibile risposta, grazie alle indicazioni fornite dalle stesse mamme.
Ciò che è emerso maggiormente riguarda la poca “praticità” degli incontri, ovvero la tendenza a condurre lezioni prevalentemente teoriche, lasciando poco spazio ad un apprendimento pratico di ciò che veniva spiegato.
Come si evince dal grafico, infatti, solo il 14,3% delle donne ha avuto un'esperienza ricca di incontri pratici, il 61,9% ne ha sperimentati pochi e il 23,8% non ne ha mai avuto la possibilità.
Per quanto un po’ di teoria sia inevitabile doverla in qualche modo affrontare e digerire, non dimentichiamoci che mettere in pratica ciò che si ascolta rende l'apprendimento non solo più efficace, ma soprattutto più piacevole e in grado di, coinvolgendo anche il partner, preparare entrambi i membri della coppia a vivere al meglio la gravidanza.
Ovviamente è un concetto totalmente opinabile, ma potrebbe essere a mio parere motivo di riflessione, non credete?
In conclusione di questo approfondimento, probabilmente vi starete chiedendo: “come si potrebbero migliorare o implementare i corsi pre-parto, in modo da renderli sempre di più un'esperienza positiva per la donna e in generale per la coppia?”
Non considerandomi assolutamente portatore di verità o di soluzioni, ho deciso di affidarmi sempre alle nostre care partecipanti alle quali, come ultima domanda, è stato chiesto:
“Se potessi tornare indietro, quali modifiche vorresti fossero applicate al corso Pre-Parto che hai seguito?”
Vi lascio di seguito alcune delle loro risposte più significative; chissà, probabilmente sono gli stessi suggerimenti ai quali avete pensato anche voi e, se così fosse, avremmo una possibile strada comune da perseguire, per rendere ancora migliore l'esperienza del corso pre-parto.
“Lo sceglierei non in ospedale, con qualcuno disposto ad ascoltare le mie esigenze e non disposto solo a farmi una lezione teorica su come si allatta e come si partorisce (cose che per altro non si sono minimamente verificate!)” Giulia
“Vorrei venisse spiegata anche la possibilità di allattamento artificiale dove non sia possibile l’allattamento al seno “ Chiara
“Molta più informazione per quanto riguarda l’importanza della postura, attività fisica e il post parto” Helen
“Consiglierei un percorso abbinato di tipo psicologico e uno di tipo posturale” Enza
“Cercherei di infondere più positività, soprattutto sul post partum e sulla gestione familiare" Bianca
“Avrei preferito che il corso approfondisse le conseguenze post parto e più parti pratiche riguardanti l’allattamento” Stefania
“Previsione di incontri diretti a trattare anche tematiche quali alimentazione, attività fisica e cambiamenti ormonali e fisici” Francesca
“Dare più spazio all'impatto fisico e psicologico della donna nei primi mesi dopo la nascita”. Pamela
“Vorrei si sensibilizzasse l’argomento dell’impatto ormonale, in particolare sui rischi ed effetti della depressione post-partum” Irene
Nel salutarvi, ringrazio nuovamente di cuore tutte le donne che hanno accettato con entusiasmo e disponibilità di partecipare a questa preziosa intervista: siete state e sarete di grande aiuto per le mamme future!
Dott.Andrea Pagani
Il Tuo Osteopata di Famiglia